Una psicoterapia per il popolo


Un libro molto discusso non ancora tradotto in italiano, LE CAPITAIL AU XXI SIECLE, di Thomas Piketty, mostra chiaramente come le sperequazioni tra i redditi sono diventate cosi elevate da raggiungere i livelli registrati durante l’ottocento e in che modo l’eredità e i patrimoni stanno producendo disuguaglianze enormi , ci troviamo quindi di nuovo nella stessa condizione sociale in cui si trovarono i nostri bis o trisnonni , cioè prima dell’avvento dei movimenti socialisti e comunisti .Da diversi anni insieme ad altri colleghi stiamo riflettendo sulla necessità di trovare delle vie per ampliare la possibilità alle persone di accedere ad un aiuto psicologico. Nel corso dell’ultimo anno in collaborazione con un collega pedagogista e una Cooperativa abbiamo progettato un centro di mediazione familiare ( che è attivo a Zelo Surrigone in provincia di Pavia ) che offre anche dei trattamenti psicologici a prezzi modici legati alle fasce di reddito . Del resto già nel nostro studio applichiamo dal 2007, dall’inizio dell’ultima crisi, tariffe agevolate per disoccupati, studenti, precari e persone con disagio lavorativo.

In un brano del 1918 Freud auspicava una psicoterapia per il popolo, in “Vie della terapia psicoanalitica “ riteneva che prima o poi il grado di coscienza raggiunto dalle società avrebbe consentito di fornire assistenza psicologica alla maggior parte delle persone senza distinzione di classe perchè, evidenziava, “ le nevrosi minacciano la salute pubblica non meno della tubercolosi “ , potreste sostituire il termine nevrosi con depressione, dissociazione mentre tubercolosi con malattie cardiovascolari o degenerative e possiamo constatare che la situazione nell’epoca dello smantellamento del welfare ( dove è esistito) non sia cambiata tanto da allora.

Freud aggiungeva che qualsiasi forma avrebbe assunto questa psicoterapia per il popolo essa sarebbe stata obbligata “a legare il puro oro dell’analisi con il bronzo della suggestione diretta “, questo passo è stato per tanto tempo interpretato erroneamente come un ribadire la differenza tra psicoanalisi e altre forme di terapia, mentre si può trovare un invito a percorrere altre strade , fuori dai sentieri battuti ,dove la psicoanalisi si possa ibridare, fecondare con altri orientamenti e suggerimenti. In questo senso crediamo in una forma di psicoanalisi “terza” o progressiva come affermano Aron e Starr in un recente libro” A psychoterapy for the people “una psicoanalisi più flessibile ed inclusiva , in una nuova visione che possa oltrepassare la logica binaria delle contrapposizioni tra mascolinità e femminilità , tra eterosessualità e omosessualità , tra trattamento e cura , tra autonomia e dipendenza, tra vero e “falso”, che ha sempre posto i primi termini gerarchicamente superiori rispetto ai secondi, recuperando lo spirito umanistico delle origini.
 
Spunti di discussione:

  • H.Balzac, Pere Goriot,1835, qualsiasi traduzione.
  • S.Freud , Vie della terapia psicoanalitica, Opere complete ,1918, Bollati Boringhieri, vol.9