Portogallo , un paese di navigatori ed esploratori (anche della mente). Proviamo a pensare all’angoscia che possono aver vissuto i primi esploratori a navigare in territori a loro sconosciuti e misteriosi, di fronte ad orizzonti sconfinati. Forse per questo motivo in Portogallo l’interesse verso la psicoanalisi si era sviluppato fin dagli albori. Un recente viaggio in Portogallo ci ha permesso di scoprire che anche nel campo della clinica e della terapia il paese all’estremo ovest dell’Europa possiede una ricca tradizione .
Se è vero che Freud fu influenzato dalle teorie e dall’ osservazione della cura dell’isteria per mezzo dell’ipnosi , si deve riconoscere che uno dei precursori della psicoanalisi fu un certo Jose Custodio Faria (1776-1819), un prete che visse avventurosamente durante la rivoluzione Francese a Parigi, che viene citato da Chateaubriand nel suo “Memorie dall’oltretomba” e che praticò e descrisse la sua attività di cura mediante il ricorso all’ipnosi.
Ma un vero e proprio movimento autonomo si sviluppò dal 1950 attraverso costanti scambi con la società psicoanalitica svizzera e spagnola Particolare risonanza ebbe un congresso psicoanalitico nel quale Winnicott lesse la sua famosa relazione sul contributo della psicoanalisi alla comprensione dell’età di latenza . I pionieri furono Francisco Alvim e Pedro Luzes che rivolsero i loro studi sulle problematiche del narcisismo e dei disturbi del pensiero. Nel 1975 venne inaugurato il primo istituto di psicoanalisi, al cui interno da allora convivono diverse anime che si rifanno a più modelli di riferimento (post- freudiano, post-kleiniano , Lacaniano)
L’interesse sociale verso la psicoanalisi e la sua storia è anche testimoniato da un video presente all’ingresso del museo Gulbenkian di Lisbona , il principale museo del paese, che descrive la nascita e lo sviluppo della psicoterapia infantile in Portogallo e la sua influenza sulle pratiche istituzionali negli ospedali e nelle scuole .
Il video è tratto dal trailer di “Un film parlato ” di