“La terra non è in eredità dai nostri avi, ma in prestito dai nostri figli” antico proverbio degli indiani d’America
Il disastro ecologico sulle coste degli Stati Uniti,la sentenza del processo ai responsabili della strage di Bophal in India ( che ricorda molto quella “assolutoria”per il disastro di Porto Marghera) e il documentario “The cove”, La baia ( vincitore dell’Oscar 2010, dove si mostra come vengono catturati i delfini per diventare oggetto di divertimento nei parchi o carne da consumare nei ristoranti) offrono spunti per alcune riflessioni.
Gli esseri umani dalla loro comparsa sulla terra hanno sempre prodotto un impatto sull’ambiente, ma da due centinaia di anni circa (dalla rivoluzione industriale in poi) le conseguenze si sono fatte più catastrofiche. I saperi religiosi e scientifici hanno contribuito con la loro visione antropocentrica e di un progresso senza limiti ad accentuare lo squilibrio tra gli esseri umani e la natura e la distruzione delle risorse. Tuttavia all’interno di queste conoscenze si è sviluppata gradualmente un pensiero critico e una maggiore consapevolezza della fragilità dell’ecosistema con il tentativo di correggere atteggiamenti e pensieri incompatibili con il nostro ambiente di vita.
La Psicoanalisi, sia quella junghiana che quella freudiana, ha riflettuto sulla necessità di ampliare la prospettiva degli individui per contrastare la capacità dei gruppi sociali di sconvolgere e distruggere l’ambiente, “sindromi psicosociali”, fenomeni sociali patologici simili alle perversioni in cui prevalgono meccanismi difensivi inconsci quali la scissione, la negazione, la maniacalità, la mancanza di lungimiranza e di limiti , reazioni che nascono sulla spinta di profonde angosce di gruppo ( Di Chiara 1999).
Ampliare la prospettiva e lavorare per l’integrazione anziché per la separazione dei problemi è quindi un’obiettivo sia della terapia individuale che lo scopo di una comunità che si sviluppa intorno ad una cultura del rispetto per la vita fondata su principi di cura e responsabilità.
In questa direzione il documento contro lo sfruttamento degli animali sottoscritto da numerosi psicologi, promosso dalla psicoterapeuta Anna Maria Manzoni, che da anni si batte per difesa dei diritti degli animali e contro la crudeltà nei loro confronti, appare una presa di posizione chiara e decisa e un tentativo di creare un ponte tra il pensiero e l’azione, impresa non facile e impegnativa.
Per rilanciare:
- L’ultimo libro di J.Safran Foer “ Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?”, Guanda.
- Il documentario “The Cove “ che ha vinto l’oscar 2010 per i documentari.
- Il capitolo “Violenze contro gli animali” dell’intervista-testamento di J. Derrida in Derrida e Roudinesco
- ”Quale Domani?”, Bollati Boringhieri
- A.M.Manzoni, Noi abbiamo un sogno,2006, Bompiani
- G.Di Chiara, Sindromio psicosociali, la psicoanlisi e le patologie sociali,1999, Cortina
- Il video è tratto dal documentario “Sporchi da morire ”