I bambini tornano a scuola, con mille aspettative e preoccupazioni di genitori ed insegnanti.
Uno dei sintomi che mettono in crisi i genitori è la fobia scolare, cioè il rifiuto immotivato di andare a scuola.
Spesso dietro una fobia della scuola si cela una un’eccessiva preoccupazione per l’ansia di separazione dalle principali figure di riferimento. Si presenta verso i 7-8 anni e si manifesta spesso in occasione di un cambiamento nella vita familiare : nascita di un fratellino, malattia di uno dei genitori, trasloco, separazione, cambiamento di insegnante.. Alla radice c’è il timore di essere abbandonati e la paura del distacco.
Nella nostra esperienza clinica abbiamo incontrato più preadolescenti che bambini : in questi casi si presentano dinamiche familiari fortemente conflittuali e parziali insuccessi scolastici. In tali circostanze la scuola può diventare uno strumento di “ricatto” da parte del ragazzo per rivendicare maggiore attenzione, per segnalare un disagio che circola in famiglia e che riguarda anche gli altri componenti oppure per mettere in luce una situazione scolastica frustrante ed opprimente legata al rapporto con i compagni o con qualche professore.
Questo comportamento genera contrasti in famiglia ed alimenta maggiori tensioni, tuttavia rappresenta un “miglioramento” all’interno di un certo contesto, perché la comparsa della fobia rappresenta una difesa attraverso il quale il bambino si libera di un’angoscia profonda collocandola in qualcosa di individuabile, limitato, circoscritto e che a questo punto può essere affrontato chiaramente “alla luce del sole”.In genere i bambini manifestano una serie di disturbi psicosomatici : dolori addominali, cefalea, nausea, attacchi di vomito, tachicardia, sudorazione.
In questi anni abbiamo avuto modo di riscontrare che i bambini hanno bisogno, di solito, di uno spazio terapeutico “tutto per loro” dove scaricare le loro angosce ed inquietudini per essere aiutati a recuperare la sicurezza e la forza necessaria a riprendere la frequenza scolastica.
L’atteggiamento dei genitori è fondamentale: riuscire a trasmettere fiducia nelle risorse dei figli e allo stesso tempo dare a loro tempo per “guarire” è difficile ma essenziale.
Inoltre, abbiamo osservato che molti di questi bambini hanno bisogno di una maggiore partecipazione dei genitori, in particolare dei padri, alla vita scolastica, un coinvolgimento “non solo a parole” ma nei fatti: accompagnarli al mattino parlando con loro nel tragitto, magari seguendoli all’inizio fino al portone, sfogliare la sera i quaderni e il diario insieme a loro rinsalda il rapporto tra genitori e figli e li rassicura sul fatto che possono sempre contare sulla disponibilità di qualcuno pronto a raccogliere il loro malessere e ad ascoltarli. ( nell’immagine la piccola Stefi alle prese con i libri di scuola, simpaticisssimo fumetto del Corriere dei piccoli degli anni settanta-ottanta di Grazia Nidasio, nonchè sorella minore di Valentina melaverde)