Quando si viene lasciati o si interrompe una relazione sentimentale si ha spesso la sensazione di essere finiti in una palude senza uscita . Si viene attraversati da una successione interminabile di emozioni, rabbia incontrollata, disperazione senza fondo, confusione mentale, stati d’animo che descrivono il terremoto interiore che scuote le nostre certezze e illusioni. La separazione e la perdita della persona amata rappresenta un duro colpo alla propria stabilità narcisistica e di conseguenza all’inizio si reagisce con la negazione di quanto è successo “ non è possibile ! “ o con la sensazione di fallimento “ me lo merito “ prima che una rabbia furibonda o uno sconforto infinito si impadronisca di noi. Il senso di identità è messo a dura prova: non si sa più chi si è , né dove ci si trovi .
Denny è stato lasciato improvvisamente e senza spiegazioni con una telefonata dopo anni di fidanzamento, inizialmente è stordito e non capisce cosa stia succedendo. Sono necessari lunghi mesi di sedute per riuscire a ricucire la sua vita che sembrava per lui non avere più nessun senso e provare lentamente a trovare una via di uscita ad un rimuginare continuo sulle ragioni dell’abbandono che l’aveva paralizzato e reso incapace di investire i suoi sentimenti su nuove relazioni .
Robert viene lasciato con una comunicazione avvenuta per strada dopo anni di una relazione burrascosa con una ragazza molto più giovane di lui per cui si era separato dalla moglie, vive i primi mesi in uno stato di perenne agitazione , tormentandosi con i dubbi su come reagire a questa situazione , se fare qualche azione eclatante per riconquistare l’amore perduto oppure lasciare perdere e sentirsi un fallito.
Claire si lascia con il suo ragazzo dopo mesi di tira e molla e crisi e riappacificazioni momentanee, al momento della rottura cade in una profonda depressione che la porta ad isolarsi,chiudersi in casa , non rispondere più ai familiari e a perdere peso in maniera preoccupante, quando gli amici decidono di spingerla a farsi aiutare da un terapeuta: passera ‘ i primi mesi ad idealizzare quel rapporto come l’unico in cui sarebbe stato possibile realizzarsi e vivere una relazione di coppia che aveva sempre sognato di avere.
Michael scopre il tradimento della convivente dopo anni di fidanzamento , poco prima del matrimonio, inizialmente è incredulo perché scopre di non avere mai conosciuto veramente la persona con cui aveva convissuto durante gli anni precedenti , e quando decide di interrompere la relazione si trascina da una relazione ad un ‘altra e da un divertimento ad un’altro sperando di ridurre o dimenticare il dolore che prova.
Sono storie diverse che hanno tutte un aspetto in comune : il disorientamento che spinge a reagire impulsivamente senza riuscire a fermarsi e a riflettere e che corrisponde al girare come trottole vorticosamente su se stessi, affogando sempre di più nel dolore. Quando si finisce una storia si è tentati di buttarsi automaticamente in un’altra alla ricerca di un amore che ci possa far guarire la delusione precedente oppure si è spinti a far tacere il dolore cercando delle sensazioni forti che allontanino la sofferenza oppure ancora ci si blocca nel sentirsi vittime e inadatti a vivere un amore e ad essere felici…la difficoltà di vivere la fine di qualcosa e di accettare la perdita: senza questo lavoro su se stessi il rischio è spesso di buttare via tutto della relazione precedente invece di distinguere , lasciando quello che è stato negativo e tenendo quello che di buono si è vissuto ( evitando con ciò di “buttare “, come si dice, “il bambino con l’acqua sporca “.
In una società che spinge verso l’accelerazione,la fretta e il rimanere connessi costantemente agli altri, l’esperienza della solitudine e del fermarsi e stare in silenzio può rappresentare una sfida veramente faticosa.
Ma la via più impegnativa da percorrere è quella che potrebbe aiutarci di più : un momento di riflessione e di silenzio. Per ritiro non si intende isolarsi, ma provare a vivere l’esperienza di stare da soli per guardarsi dentro ,osservarsi da vicino con una certa tranquillità, per silenzio si intende quel momento di pausa e di concentrazione che ci permette di essere presenti a noi stessi e di fare i conti con i nostri fantasmi interiori provando fino in fondo i sentimenti di essere abbandonati, soli , di essere stati traditi, forse usati, per riconoscere i nostri lati di dipendenza , i nostri attaccamenti e vederli con maggiore lucidità e chiarezza.
Questo viaggio, a volte doloroso, può però permettere di riscoprire gradualmente la capacità di amare di nuovo.