Percorsi femminili: pensieri dopo l’8 marzo

Esiste un filone di pensiero che, partendo da una rilettura dei testi freudiani passando attraverso gli studi di Karen Horney, Juliet Mitchell, Luce Irigaray, Nancy Chodorow, Jessica Benjamin e  in Italia solo per citarne alcune Silvia Vegetti Finzi e Adele Nunziante-Cesaro, ha proposto una visione della femminilità diversa dal canone tradizonale. Le loro riflessioni sono interessanti per chiunque abbia intenzione di svolgere un corso di educazione sessuale o una riflessione sull’identità di genere in contesti educativi.

Inizialmente queste donne hanno smontato l’assunto freudiano secondo cui “l’anatomia è il destino” mostrando che lo sviluppo dell’identità di genere non è condizionato solo dal piano biologico ma da tutta una serie di fattori culturali e sociali variamente articolati e intrecciati tra loro che finiscono per pesare sulle relazioni interpersonali delle donne tra di loro e con gli uomini. Uno dei meriti di queste ricerche è stato quello di spingere la psicoanalisi e la clinica terapeutica ad uscire dalla stanza d’analisi, dalla sfera del privato per aprirsi criticamente al confronto con discipline come la sociologia , l’antropologia, la filosofia.

Uno dei contributi più salienti fu quello di Luce Irigaray, la cui voce è stata raccolta da molte donne che parteciperanno in seguito al movimento femminista(da “Speculum” a “Condividere il mondo”). Dagli anni settanta in Italia il dialogo tra sapere psicoanalitico e pensiero della differenza è stato portato avanti da figure come Silvia Veggetti Finzi o Adele Nunziante –Cesaro che hanno contribuito a far venire alla luce aspetti riguardanti lo sviluppo amoroso e l’identità femminile in particolare nella relazione con la sessualità e la maternità , due aree calde del femminile, sottraendole dall’alone di appartenere ad un “continente oscuro “. Recenti riflessioni sono state condotte anche da Jessica Benjamin, che introducendo il suo discorso nell’ambito dell’intersoggettivismo ha evidenziato come il processo psicoterapeutico si basa sulla possibilità che ci sia ,al di là di ogni differenza, l’incontro tra due soggettività e il riconoscimento dell’altro.

Il video è tratto dall’ultimo film di Jane Campion “Bright Star” che racconta l’amore tormentato tra il poeta Keats e la sua musa: la sequenza mostra  i due  amanti mentre cercano di condividere le loro sensazioni attraverso un muro che li separa.

Per saperne di più:

K.Horney, Psicologia femminile,1924,trad. it. Armando 1973

J.Mitchell, Psicoanalisi e femminismo , trad.it. Einaudi

L.Irigaray, Speculum.L’altra donna, 1974, trad.It. Feltrinelli 1975

N.Chodorow, La funzione materna.Psicoanalisi esociologia del ruolo materno,La tartaruga,1991 .

Ferraro e A.Nunziante-Cesaro, Lo spazio cavo e il corpo saturato. La gravidanza come agire tra fusione e seprazione, F.Angeli 1992.

J.Benjamin, Legami d’amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose,1991,trad.it.Rosenberg Sellier 1995

J.Benjamin,Sogggetti d’amore,Genere,identificazione e sviluppo erotico, 1995, tra.it.Cortina 1996

J.Benjamin, L’ombra dell’altro.Inter