Non riuscite a sentire le vostre sensazioni oppure non siete in grado di descriverle ?
Può accadere che in alcuni momenti più critici della vita la mente prenda il sopravvento negando al corpo l’ascolto e sebbene non siano accaduti eventi traumatici, a causa dei quali potreste essere spaventati dai segnali fisici, tendete a rimuginare sul passato, desiderate avere il controllo su quello che vi capita e vi sta intorno o più semplicemente preferite intellettualizzare e dare molta importanza alle parole e ai discorsi .
Tutto questo processo funziona perfettamente fin quando si tratta di programmare , progettare , eseguire dei compiti e delle richieste, tuttavia può creare problemi se si usa questa modalità per stare con se stessi o entrare in relazione con gli altri.
L’inconveniente nasce nel momento in cui entriamo nel campo delle relazioni e degli affetti perché gli schemi mentali che abbiamo appreso con il tempo vengono applicati in maniera seriale e ripetitiva ostacolando il benessere.
Questi schemi mentali comprendono delle credenze che ci dicono cosa è giusto o sbagliato , dei vissuti emotivi e sensazioni fisiche vincolanti .
Ad esempio se ho imparato a non fidarmi delle persone che al primo approccio mi sorridono , di fronte ad una persona che si presenta in questo modo, proverò sentimenti di rabbia e sensazioni di disgusto che mi spingeranno ad evitare lo sguardo oppure a corrucciarmi comunicando qualcosa come “ cosa vuoi tu da me ?”, di conseguenza la postura di chiusura e i gesti di rifiuto esprimeranno questo pensiero .
In questo caso il passato ritorna schiacciando il futuro e le sue possibilità .
Le reazioni difensive avvengono in maniera automatica, al di là della consapevolezza, oppure vengono riconosciute, ma lo schema mentale che viene attivato è una routine implicita cosi radicata nel corpo che resiste ad ogni analisi o messa in discussione verbale .
Purtroppo questi atteggiamenti hanno un costo e prima o poi si paga il conto: in generale ci si può accorgere di non essere presenti e vivi al momento presente.
I pensieri trascinano l’esperienza in un vortice di pregiudizi e aspettative creando un distacco da quello che il corpo potrebbe vivere nel qui e ora.
Spesso si tratta di una strategia di sopravvivenza per non soccombere a sensazioni ed emozioni negative.
Se mi offrissi l’opportunità di esplorare i pensieri potrei trovare delle credenze che mi spingono a non fidarmi delle persone che sorridono e probabilmente scoprirei che nel corso della mia vita ho incrociato una persona che mi ricorda quella attuale che si è rivelata sgradevole o mi ha ferito profondamente .
Per risalire ai pensieri è essenziale rimettere in moto le sensazioni con un ritmo lento , graduale , consapevole recuperando la capacità di sentire e di ascoltare il corpo che si è allontanato gradualmente dalla nostra coscienza .
Nel corpo è infatti depositato ciò che ci ha ferito o traumatizzato nel passato e quindi è li che si nasconde la chiave per guarire .
Per questo motivo quando siamo intrappolati in schemi o modelli mentali che ostacolano lo stare bene con noi stessi e con gli altri è necessario entrare in contatto con il corpo attraverso attività che impieghino il movimento del corpo ( senza dover competere o dover raggiungere delle prestazioni ) per viverlo meglio e imparare a prendersi cura attraverso una terapia che non si fermi solo alla storia, ai sogni e ai simboli, ma che comprenda anche l’osservazione dell’esperienza corporea e senso motoria .
Sintonizzarsi con il corpo in modo compassionevole e gentile per studiare com’è organizzata la nostra esperienza ci consente di sbloccare quello che impedisce di sentirsi vivi.