Mark Strand: la poesia come meditazione

Keeping Things Whole

In a field

I am the absence

of field.

 This is 

always the case.

Wherever I am 

I am what is missing.

When I walk 

I part the air

and always 

the air moves in

to fill the spaces

where my body’s been.

We all have reasons

for moving.

I move 

to keep things whole.

Tenere insieme le cose

In un campo /io sono l’assenza/  del campo. //  E’/  sempre così. /Ovunque io sia/ io sono ciò che manca. //Quando cammino/ divido l’aria /e sempre /l’aria rifluisce /a riempire gli spazi/ in cui era stato il mio corpo.//  Abbiamo tutti i motivi /per muoverci./ Io mi muovo per tenere insieme tutte le cose.

Quando Tich Nath Hanh parla di come noi esseri umani siamo vuoti, forme vuote di qualcosa, quel qualcosa da cui siamo separati è quel tutto descritto da Mark Strand in una delle sue poesie più famose, tratta dalla prima raccolta poetica “ Sleeping with one eye open “ del 1964. Mark Strand , uno dei maggiori poeti contemporanei è scomparso ieri all’età di 80 anni.

I suoi versi sono la migliore introduzione possibile alla pratica della meditazione, una presenza fatta di assenza, dove il respiro che assorbiamo ci attraversa ed esce è l’aria che ci abita , in cui non esiste un fuori e un dentro , ma solo un’interdipendenza di tutte le cose legate l’una all’altra e l’io e’ un’illusione che si puo’ sgonfiare quando diventiamo più consapevoli delle strutture e delle forme che modellano il nostro agire.

When Tich Nath Hanh talks how human being are empty, empty shape of something , these things from which we are separated is the whole described by Mark Strand in one of his most famous poems. Mark Strand is passed away yesterday at the age of 80. His verses are a wonderful introduction to mindfulness, a presence made of absence , where the breath is the wind that dwells us, where doesn’t exist an outside and one inside but only an interdependence of everything connected one another and the ego is an illusion.