Le carceri italiane sono sovraffollate:gli ultimi dati affermano che per la prima volta dal dopoguerra si è superata la soglia 68.000, circa 20mila sopra il tetto massimo di capienza ; inoltre aumenta il numero di suicidi tra la popolazione dei detenuti in una situazione di degrado e di incuria sia per chi è dietro le sbarre sia per gli operatori che ci lavorano. Il carcere sembra essere così destinato a diventare uno strumento di regolazione sociale e di selezione nella popolazione dal momento in cui tra i prigionieri vi sono per la maggioranza immigrati, tossicodipendenti, malati di mente e poveri.
L’alto tasso dei suicidi sembra mostrare una modalità di intervento sul disagio tutta centrata sui farmaci piuttosto che attraverso attività educative o di sostegno psicologico.
Durante questo periodo estivo sia sui giornali che sul web aumentano le denunce sulle gravi condizioni in cui si trovano le carceri italiane.
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Lucia Castellano, Diritti e castighi, il saggiatore