Le figure del doppio

Questa è la sintesi del discorso che ho tenuto al corso di letteratura all’università del tempo libero di Trecate :

Prendendo spunto dai temi affrontati dal Corso di letteratura tenuto dalla prof. Gianpiera Leone e dietro il gentile invito da parte sua e dei suoi corsisti ho affrontato il tema del doppio.

Il tema del doppio appartiene più al mondo delle favole, delle storie che si   raccontano per dare un significato alla nostra esistenza che al mondo della materia , degli oggetti di cui ci si circonda, qualcosa di abbastanza vago e indefinito da dover richiamare  un senso diverso da quelli comunemente usati, quello   che appartiene al nostro mondo interiore costituito  da emozioni, sentimenti , affetti.

Per evitare la teoria o di ricorrere a delle generalizzazioni ho proceduto andando per associazioni libere a ritroso nel tempo e recuperando attraverso i miei ricordi personali  le prime volte in cui ho incontrato   la figura del doppio.

Partendo da cose semplici e concrete  come le figurine doppie , quelle avanzate nelle raccolte degli album panini, la lettura dei fumetti dei personaggi con identità segrete , in particolare il personaggio italiano di Paperinik, il doppio coraggioso e impavido di Paperino, inventato sulle pagine di Topolino e infine il gioco del tennis praticato all’inizio con il mio  primo vero amico, ho mostrato i collegamenti più complessi che questo tema intrattiene con vari significati .

Il doppio infatti  ha che fare con il desiderio, il sogno , l’amicizia ,gli innamoramenti ,lo scambio affettivo nelle relazioni con gli altri, con il nostro opposto complementare , con lo scarto tra quello che siamo e quello che vorremmo  essere.

Ho cercato cosi di mostrare che il doppio  rappresenta  il nostro opposto complementare che è separato,  ma  ci accompagna durante tutta la vita, quel  fratello gemello che sempre abbiamo sia sognato che  avuto terrore di avere. Il compito quindi che ci viene assegnato nella vita se lo vogliamo è  quello di prestare ascolto e dare spazio nel nostro divenire a quella parte oscurata di noi stessi.

Il  doppio è  non solo il passato rimosso ma anche una sorta di prefigurazione del futuro : il doppio rappresenta anche tutte le potenzialità inespresse che ci permetterebbero di avere un’esistenza più completa . Il doppio è, in conclusione, sia  qualcosa di familiare, che è dentro di noi , ci accompagna fin dalla nascita, ma allo stesso tempo è qualcosa di sconosciuto.  Freud utilizza un parola  per definire questa sensazione opposta di familiare ed estraneo allo stesso tempo :“ perturbante “ ,qualcosa che ci  disturba , scuote i nostri sogni, ci rende irrequieti.

Poi nella seconda parte dell’incontro ho esplorato alcuni esempi  tratti dalla storia della psicoanalisi, i conflitti in seno alla prima cerchia di collaboratori di Freud nella società di Vienna del primo novecento, gli  studi sulle superstizioni rituali riguardo il potere dell’ombra nelle società tradizionali, la vicenda esistenziale di Oscar Wilde, l’autore del Dorian Gray, e gli effetti della scoperta negli archivi segreti  nei paesi dell’Est Europadi un dossier personale sull’esistenza delle persone interessate  e infine la letteratura romantica dell’Ottocento  evidenziando  l’analogia del doppio con  le immagini dello  specchio, del  ritratto, del fratello gemello , dell’ombra, del fantasma, dello  spettro, del sosia e  infine della maschera.

In conclusione  mi sono soffermato su un film uscito di recente “ il Cigno Nero” e sui drammi delle persone che  incontro nel mio mestiere di psicoterapeuta

Nel “Cigno nero” una aspirante prima ballerina che vive con la propria madre un rapporto esclusivo finisce per cadere in delirio persecutorio che la conduce, dopo aver ottenuto il ruolo desiderato,  al suicidio. Nel “Cigno nero”  sono  efficacemente rappresentate le condotte autolesionistiche, il tema del doppio e gli effetti di una personalità scissa.

Un continuo rimando a specchi, riflessi e ritratti esprime la lotta della protagonista Nina con il suo ” nemico interiore”, la sua parte più vitale , impulsiva che assume anche le sembianze di una rivale in amore e nel lavoro.

La protagonista cela dietro una superficie mansueta, docile, perfezionista una versione più  profonda di sé che  è passionale ma anche esplosiva e  furibonda.

Questa profonda separazione all’interno di se stessa avrà un esito catastrofico.

La madre della protagonista ha trasferito infatti  sulla figlia tutti i suoi desideri di realizzazione personale dopo essere stata  costretta a troncare la carriera a causa della maternità , impedendole di vivere una vita autonoma e costringendola ad essere la “sua bambina”.

Nina tenta costantemente di sbarazzarsi di una parte di sé (quella più impulsiva e libera sessualmente,che assume una tonalità man mano sempre più persecutoria) procurandosi delle ferite sul corpo , tagliuzzandosi , ma il crescendo di attacchi al corpo , martoriato e sottoposto a pratiche estenuanti  non sarà  più sufficiente.

Nell’estremo sforzo di liberarsi illusoriamente dalla prigione materna, dall’ossessione rituale di essere un corpo perfetto, dall’obbligo di recitare la parte abortita della madre (la carriera a cui la madre aveva rinunciato per farla nascere e occuparsi di lei ) e soprattutto di soffocare il dolore Nina  finirà per annientare il suo mondo interiore  arrivando  a compiere il suicidio.

Così l’eliminazione del “nemico interiore” culminerà tragicamente con una ferita mortale inferta al suo doppio, e quindi a se stessa.

Quando Il soggetto uccide il proprio doppio uccide in realtà  se stesso perché sembra non sapere  che la sua reale sostanza e il suo più autentico essere coincidono.

Il doppio è quella parte  di noi,  di cui tanto più  tentiamo di negarne l’esistenza  quanto più ci controlla e ci influenza , tanto più cerchiamo di sbarazzarcene , quanto più  diventa sinistra , minacciosa per i i nostri equilibri  da amico estraneo o  compagno segreto diventa avversario ,anima  ostile. Nel mio lavoro ho avuto modo di vedere che il doppio ha a che fare con la sessualità, la paura della morte, i  sentimenti di colpa,e in particolare  con i  desideri , con  i traumi che abbiamo vissuto e che hanno spinto  aspetti di noi stessi  a mettersi in un angolino della nostra psiche, a nascondersi , continuando a sopravvivere dentro di noi in maniera latente . nella cantina o nel soffitto della nostra anima,  tra le cianfrusaglie, foto dimenticate e lettere mai spedite….

Sono le parti di sè  che sono state rinnegate , ripudiate  e che possono a volte essere proiettate sui  partner o figli con il loro carico emotivo di aspettative.

Sfilandomi dal questa tradizione narrativa che sottolinea gli esiti catastrofici dovuti al  riconoscimento del proprio doppio propongo una diversa alternativa, perlomeno se diamo al termine “ catastrofe “ solamente una connotazione negativa, perché le catastrofi, i terremoti  interiori possono portare anche a cambiamenti, trasformazioni positive.

Per questo motivo  avere  un doppio formato , organizzato può essere già una conquista quando l’alternativa è di sentirsi a pezzi, di vivere la sensazione che la vita non abbia un senso. ma sia un insieme di frammenti, di azioni senza significato, di arrancare , quando anche sopravvivere sembra una fatica .

Avvertire dentro se stessi la presenza di queste parti non riconosciute è già un passo in avanti verso uno star meglio perché almeno si può cominciare a guardarla quella parte di noi  che abbiamo sempre mantenuto lontana, adesso si può fare più vicina, si trova li davanti, la possiamo vedere, osservare ed esplorare,  non è più alle nostre spalle che ci influenza e getta la sua ombra sulle  decisioni che prendiamo e le scelte che facciamo.

Ho poi descritto alcuni esempi tratti dalla mia pratica clinica :  ad esempio una bambina viene da me perché soffre di asma ed enuresi  è una brava bambina , beneducata e con un ottimo rendimento scolastico  coltiva un ideale perfezionistico costruito dalla mamma con la con la quale lei si identifica ma che la fa essere innaturale ed avere serie  difficoltà nelle relazioni con gli altri; la mamma,  vive un rapporto coniugale infelice e cura la sua depressione riponendo  tutte le sue aspettative sulla figlia usandola come ricatto per riconquistare il marito. Durante il percorso terapeutico la bambina mi mostra gradualmente la sua parte “cattiva , “mostro” attraverso i disegni e i sogni che mi porta esprimendo in questo modo la sua rabbia nascosta e grazie a questo riesce  gradualmente negli anni a liberarsi dei suoi sintomi e sofferenze,

Ecco, credo, per concludere,  come dire, con i pazienti, insieme a loro, e soprattutto grazie a loro  ho imparato a vedere anche dentro di me quella parte nascosta,  ciò che ci rende comunemente umani , la  nostra piccola e fragile ombra, selvatica e poco addomesticabile.

La discussione che ne è nata mi pare abbia in particolare segnalato la curiosità e l’interesse del  pubblico presente per i rapporti tra letteratura e  vita emotiva e sociale..

 Per saperne di più

  •  Figurine panini , raccolte calciatori 1974- 1978
  • Paperinik e il diabolico vendicatore, Topolino 706-707, Giugno 1969, sceneggiatura di Guido Martina e disegni Giovan Battista Carpi, idea di Elisa Penna.
  • Partite di tennis, singolo con amici o doppio.
  • Film: Lo studente di Praga ,La doppia vita di Veronica, Persona. 
  • Herta Muller,Cristina e il suo doppio, tra. M.Rubino, 2010, Sellerio
  • Esterhazy , L’edizione corretta, trad. M.D’Alessandro, 2005, Feltrinelli