Il video è stato proiettato durante i seminari sul maschile e il femminile organizzati dal punto Informativo dell’Ordine degli Psicologi di Novara.
Panico è la parola d’ordine quando si parla del mondo delle giovani adolescenti e dei condizionamenti a cui sono sottoposte, in particolare della fascia d’età più critica che è quella di passaggio tra la seconda infanzia e l’ingresso nella preadolescenza sempre più anticipata : 9-12 anni , per essa il mondo anglosassone ha coniato un termine “tweens”, da be-tween , essere tra due cose ,” nè carne né pesce”, non più bambina, ma non ancora teenager.
Età in cui il gruppo dei pari diventa punto di riferimento, si allenta l’influenza genitoriale, il corpo cambia: tutto sembra accelerare da un punto di vista fisico, mentre la mente fa fatica a stare al passo delle trasformazioni e spesso per difendersi da tale tensione i ragazzini imitano i comportamenti esteriori degli adulti senza maturare emotivamente oppure regrediscono nell’illusione di fermare la crescita.
Età che, la psicologa Carol Gilligan, vent’anni fa , in studi giustamente famosi, segnalava come cruciali per l’intelligenza delle bambine indotte a soffocare i propri sentimenti e pensieri, così come nel 1973 in Italia Elena Gianini Bellotti mostrava in maniera accurata nel libro “Dalla parte delle bambine” in che modo le bambine venivano spinte a conformarsi secondo un modello pseudo adulto che le voleva allora , ma forse meno di adesso,” piacevoli e accudenti”.
La questione delle influenze culturali riguarda tutti,non solo il genere femminile : il ritardo degli studi culturali sugli uomini rispetto a quello sulle donne è evidente, soprattutto ora in un periodo storico in cui si assiste ad uno scarto tra la realtà dove si afferma una crescente crisi nei rapporti tra i sessi e la rappresentazione di questi rapporti nella società e nel mondo della comunicazione. I condizionamenti, infatti, non vanno rintracciati solo nei media, ma anche nei simboli che circolano nella nostra vita quotidiana, simboli veicolati dal linguaggio, dagli oggetti di consumo, dalle pratiche,dalle immagini, dai libri e riviste, dai giochi.
Da un’analisi superficiale di questi simboli sembra che una delle preoccupazioni maggiori degli individui al giorno d’oggi riguardi la cura del proprio corpo(come dimostra il ricorso sempre maggiore alla chirurgia estetica) , per alcuni quasi un’ossessione: negli adolescenti questo fenomeno viene accentuato da una naturale fatica ad accettare il proprio corpo che viene a volte percepito in maniera alterata.
L’impresa dei ragazzi di oggi , che siano maschi o femmine, consiste nel riuscire a costruirsi una propria identità zigzagando tra modelli diversi, spesso calati dall’alto e consumistici , nella fatica di riconoscere, decifrare ed interpretare gli stereotipi di ruolo, nel provare a non adeguarcisi passivamente per mantenere una distanza critica da essi, nell’elaborare una maggiore consapevolezza delle influenze da cui si è investiti.
I laboratori sull’identità di genere, i corsi di educazione socio-affettiva o sessuale rivolti alle scuole possono costituire un aiuto per la riflessione comune e per le scelte individuali, ma forse la maggiore responsabilità risiede negli adulti.
Per concludere una notizia significativa:la settimana scorsa il World Economic Forum ha pubblicato il rapporto sulla disparità di genere e l’Italia è al 72esimo posto su 135 paesi del mondo valutando come parametri: livello di istruzione,influenza politica, parità economica-professionale, aspettativa di vita e di salute.