L’uso del telefono cellulare può ostacolare l’autonomia e la sicurezza dei figli. Una ricerca condotta sui ragazzi da un’equipe di educatori, psicologi, esperti di media e nuove tecnologie rivela come siano più gli adulti a proporre, o addirittura a imporre il cellulare ai ragazzi che loro a farne richiesta.
L’analisi pubblicata in un volume recente ,“Guinzaglio elettronico” (Autori vari, Donzelli editore, 2009),mostra che il telefono cellulare diventa spesso “il prolungamento del controllo genitoriale”, una sorta di “cordone ombelicale” che serve più a placare le ansie dei genitori che quelle dei figli e di conseguenza tiene al laccio entrambi:all’estero lo chiamano telemothering o teleparentage , un modo efficace per monitorare e intervenire nelle abitudini dei figli.
I ricercatori concludono che l’uso improprio dei nuovi media obbliga quindi gli adulti a interrogarsi sul loro ruolo e sulle loro responsabilità nell’accesso dei ragazzi a questi nuovi media e sul modo di intendere l’educazione.
Gli autori consigliano ai genitori di non anticipare le richieste dei figli ( ad esempio quella del telefonino , come di altri mezzi tecnologici ) per evitare di spegnere sul nascere il desiderio, riflettendo,inoltre, sulla necessità che i ragazzi possano confrontarsi con relazioni vissute in prima persona e non all’ombra di rapporti illusori e virtuali. Oggi, in una cultura dove prevale la paura indotta verso l’altro e l’insicurezza sociale , leggendo i risultati della ricerca, sembrano ritornare in mente le parole del vecchio Hegel quando spiegava, all’alba dell’età moderna, come la paura avrebbe generato in futuro schiavitù sociale ed infelicità collettiva.