L’immaginario determinato dalla cultura e dall’economia plasma i nostri pensieri e convinzioni : questo è stato uno dei vissuti prevalenti provati dai partecipanti di un gruppo di adulti centrato sul tema dell’amore e delle relazioni sentimentali.
Affrontando il discorso amoroso ci si è imbattuti spesso nelle credenze collettive: tramontati il mito Platonico del recupero nostalgico dell’unità perduta e il mito Cortese dell’amore assoluto e romantico gli individui si trovano attualmente catapultati in una cultura dove predomina il culto narcisistico della realizzazione personale per cui ognuno è spinto a raggiungere la propria felicità individuale a discapito anche della dimensione relazionale e di coppia.
Nel frattempo il discorso femminista , un movimento ancora in corso e la cui rivoluzione non è del tutto compiuta, ha spostato il discorso su un piano diverso da quello delle illusioni totalizzanti che hanno impregnato la nostra cultura fino ad ora, focalizzando l’attenzione sull’altro da sè , sempre sconosciuto e mai appropriabile .
Su questo versante il discorso imposto dalla tradizione e quello sponsorizzato dai mass media perdono il loro mordente ed efficacia: a questo livello vengono a meno tutte quelle le opposizioni binarie che contraddistinguono il nostro pensiero comune a partire da quello schema più forte perché inscritto nella nostra materialità corporea che è quello di genere , maschile-femminile.
Il pensiero femminista (e non solo ) propone invece più radicalmente di mettere al centro la nostra condizione di fragilità , di vulnerabilità perché solo da questo riconoscimento possiamo più facilmente aprirci alle relazioni, alla cura dei rapporti , all’altro, che può essere inteso in diversi modi come il diverso, lo straniero, o più semplicemente il vicino , la persona che incontriamo casualmente sulla strada…
L’apertura al mondo avviene grazie al riconoscimento della incompletezza personale.
A differenza di molte tesi che sostengono come l’obiettivo della maturità sia il raggiungimento dell’autonomia, la psicoanalisi oggi afferma che il processo della crescita ci impegna nell‘estendere e rafforzare la nostra capacità di entrare in relazione con gli altri,
A partire dalla nascita le madri sostengono i figli ad entrare in contatto con le propria interiorità e quella degli altri , a riconoscere la presenza degli altri in se stessi aiutando lo sviluppo dell’empatia, del mettersi nei panni degli altri.
Farsi contagiare dalla relazione con l’altro e dalle sue emozioni e pensieri è quello che può avvenire anche nei gruppi ( di lavoro o informali ) quando si è disposti ad aprirsi gradualmente e ad aver fiducia reciproca mettendo in comune le proprie storie ed esperienze.
E in questo ritrovo la fatica che oggi le persone sia di sesso maschile che femminile fanno nel cercare la loro identità districandosi tra modelli maschili e femminili attraverso i rapporti concreti tra uomini e donne.
Sollecitazioni:
- L.Irigaray,Essere due, 1994, Bollati Boringhieri
- A,Cavarero, Orrorismo, ovvero della violenza sull’inerme, 2007, feltrinelli
- Gosta-Esping-Andersen, La rivoluzione incompIuta.donne, famiglie,welfare, 2011, Il mulino.