In occasione del ventennale della convenzione sui diritti del fanciullo dell’Onu, l’Associazione Maith ha organizzato una mostra fotografica sui “diritti naturali” del bambino intitolata “L’estate che ti ho visto crescere”, dove i bambini ritratti non sono “oggetto” da vedere, ma nell’ essere coinvolti partecipano direttamente alla creazione dell’autrice, quasi come se gli scatti fossero opera loro.
La mostra che abbiamo visto è concepita come un invito ad entrare in contatto con il mondo dell’infanzia attraverso fotografie inserite in una cornice ludica e accompagnate da ghirigori, stelline e scarabocchi, che in questo contesto svolgono una funzione di commento visivo al posto dei testi scritti.
La motivazione che sta alla base del progetto è quella di diffondere una cultura in cui i bambini sono sostenuti ad esprimere la loro curiosità, il loro bisogno naturale di esplorare la natura, l’ambiente che li circonda in maniera spontanea e libera.
I bambini esprimono il diritto ad oziare, a sporcarsi, ad essere spettinati, a maneggiare attrezzi “pericolosi”, a vivere in un paesaggio dove si raccolgono tutte le sfumature di cui gli sguardi che crescono hanno bisogno per poter sviluppare una sensibilità estetica.
Le immagini, immediate e di rara bellezza, della fotografa Isabella Rosa colgono infanzie in movimento, mai statiche, neppure nei ritratti da vicino dove ammiccano visi contemplativi, sorrisi sdentati, occhioni sgranati e fanno capolino piccoli piedini impastati nel fango.
La mostra è stata temporaneamente ospite del palazzo del Comune di Cassinetta di Lugagnano (Mi) ed è la prima tappa di una serie di iniziative (laboratori e altro) che l’Associazione Maith rivolge sia ai bambini che agli insegnanti, mentre l’esposizione è prenotabile per nuove installazioni.
Per contatti ed informazioni: 339 4905743, oppure cliccare sul link all’inizio dell’articolo.