DSM V: nuove mappe del disagio mentale

Il DSM manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali è giunto alla quinta revisione e sta per essere pubblicato dopo undici anni di discussioni che hanno coinvolto psichiatri, psicoterapeuti e neurologi. Dal 1952 anno della sua scomparsa è stato sottoposto a molte critiche (principalmente perché la maggior parte dei finanziamenti delle ricerche proviene dalle aziende farmaceutiche)e i suoi sviluppi sono proceduti di pari passo con le trasformazioni del disagio mentale e della società.

Ancora oggi il manuale rappresenta il principale punto di riferimento per le autorizzazioni delle psicoterapie da parte dei sistemi sanitari e delle compagnie assicurative, almeno per quanto riguarda gli adulti.

Secondo le prime informazioni le principali revisioni ( fonte maggiore: il sito dell’Apa ) riguardano :

– L’introduzione della singola categoria diagnostica”disordini autistici”per incorporare quelle precedenti più indefinite e varie (malattia autistica, sindrome di Asperger,etc.).

-Eliminazione della categoria “ritardo mentale” e sostituzione con “disabilità intellettiva

– Introduzione della categoria “disordine di dipendenza e correlati”in sostituzione della categoria di dipendenza e abuso di sostanze.

-Creazione di una nuova categoria di ”dipendenze comportamentali”che includerebbe per ora solo il gioco d’azzardo (escludendo la dipendenza da internet che alcuni volevano inserire).

Nuove scale per il suicidio negli adulti e negli adolescenti al fine di identificare gli individui più a rischio: queste scale comprendono criteri quali comportamento impulsivo e tendenza all’ubriachezza nell’età puberale .

– Introduzione della categoria di sindromi di rischio in modo da consentire stadi precoci dei disturbi mentali

– Eliminazione di una serie di sottotipi di schizofrenia(paranoide, catatonica, etc,)

– Riduzione da 12 a 5 dei disturbi di personalità.

– Introduzione di una diagnosi di depressione ansiosa mista.

– Inoltre, viene proposta una nuova categoria diagnostica “disordini del carattere con disforia” all’interno della categoria dei disturbi dell’umore per permettere ai clinici di differenziare i bambini con questi sintomo da quelli con disordini bipolari o disturbi del comportamento.

-Infine vengono proposte della maggiori differenziazioni all’interno della categoria dei disturbi alimentari e una serie di ridefinizione della categoria dei disturbi del comportamento sessuale.

Alcuni vedono in queste aggiunte il rischio di una ipermedicalizzazione del disagio mentale e il pericolo di una stigmatizzazione sociale soprattutto nel caso di valutazioni precoci.

Vedremo come si formuleranno concluderanno queste proposte all’uscita di questo poderoso volume che è prevista nel 2013. Ma già da ora queste proposte possono fornire occasioni per diverse riflessioni.