Dipendenza dal rischio

In una società dominata dall’incertezza e dalla precarietà la domanda di sicurezza da parte delle persone  aumenta in maniera proporzionale e le paure vengono strumentalizzate politicamente a fini propagandistici per spingere verso la promulgazione di leggi più repressive. Il rischio, nel contesto attuale, si afferma nell’introduzione, è così allo stesso tempo temuto e desiderato perché finisce per confondersi con l’indipendenza soggettiva e il fenomeno della trasgressione dalla norma e quindi con la possibilità di provare piacere.  Sophie de Mijolla-Mellor  nel suo editoriale di apertura chiarisce : << Il rischio viene integralmente dominato e controllato finendo per diventare poco più che un gioco, un fantasma organizzato intorno al piacere di farsi paura.(…)Il rischio diventa allora virtuale generando a sua volta una dipendenza. >>

Recentemente diverse ricerche mostrano come questa dipendenza sia prestne in partcolar modo nella popolazione adolescente. Il rischio, da quello individuale a quello collettivo, da quello passionale a quello delle organizzazioni internazionali .La psicologia  introduce l’idea che il piacere del rischio potrebbe diventare una dipendenza, ma anche una lente attraverso cui spiegare  fenomeni e comportamenti diversi (ad esempio “l’amore liquido”, di cui parla il sociologo Zygmunt Bauman, che nella sua modalità estrema assume la forma di una  tendenza compulsiva ad abbandonare le precedenti relazioni sentimentali  per ingaggiarne sempre di nuove).

Mijolla-Mellor mostra come chi è dipendente dal rischio mette in pericolo la sua integrità cercando di scappare dalla condizione di finitezza umana attraverso l’illusione di essere immortale, di non avere limiti, di essere onnipotente.

Al di là di questa illusione, di queste false promesse si cela l’idea di riuscire a sfuggire alla sofferenza, di cui una certa quota è ineliminabile dalla possibilità di essere umani.

Sembra che sia il rischio che la sicurezza siano due poli intorno  a cui si possono leggere tanti comportamenti presenti nella società contemporanea , nella misura in cui tendono ad assolutizzarsi trasformandosi in  dipendenza dal rischio (assenza di limiti) o ossessione per la sicurezza (tolleranza zero), ma in entrambi i casi si cerca di negare la condizione di vulnerabilità e fragilità che è connaturata alla nostra esistenza.

Un’interessante spunto di lettura può essere il fumetto  “Death note” (Panini) nel quale viene rappresentata in maniera drammatica il conflitto tra questi due poli e la loro confusione : un adolescente venuto casualmente in possesso di un quaderno che gli permette di decidere chi far morire viene risucchiato in una spirale senza fine, dove la posta in gioco diventa sempre più alta ed  il rischio sempre maggiore, dentro una fantasia allucinatoria e onnipotente che gli fa credere  di essere, prima un eroe, e poi un Dio, fino al punto in cui dovrà scegliere fra la morte o la realizzazione distopica di un mondo ”perfetto” ( completamente sicuro e senza crimini ).