L’amore è una faccenda complicata. Stare in coppia , convivere insieme e mantenere stabilmente un’ unione nel tempo può essere un impegno faticoso che richiede lavoro su stessi, disponibilità a confrontarsi e a rivedere i propri punti di vista, mettendosi nei panni dell’altro.
Un’unione che coinvolge due piani profondamente intrecciati tra loro : la sessualità e l’affettività .
A volte compare una malattia, una difficoltà lavorativa , un cambiamento non desiderato, la scoperta di un tradimento, un problema sessuale.
Ciascun partner cerca nell’altro un’approvazione, una conferma, ma ora non ci si sente capiti, ci si colpevolizza a vicenda e si perde la fiducia reciproca.
Il partner sembra diventare a questo punto un peso , una zavorra, un ostacolo che impedisce di crescere.
La sensazione è che qualcosa si è rotto , dentro si vive una lacerazione e fuori un conflitto che non si riesce a gestire.
Non si comprendono più le ragioni per cui si sta insieme , si perdono di vista gli obiettivi , ci si sorprende di non riconoscere più l’altro , il partner appare distante , lontano . In questi casi una terapia specifica sulla coppia rappresenta per molte relazioni l’ultima possibilità oppure un’ opportunità che ci si dà per cercare di recuperare qualcosa che si sente perduto .
In molte occasioni si tratta di riprendere in mano una situazione che sembra fuori controllo trovando un’ancora di salvataggio nella condivisione anche quando il portare fuori nella coppia istanze spiacevoli o dolorose può far soffrire.
È importante in questo momento la presenza di un terzo ,il terapeuta, che svolge semplicemente la funzione del testimone consapevole , del mediatore coinvolto nelle dinamiche della coppia, ma allo stesso tempo presente e attento per garantire la tenuta e il contenimento delle emozioni che emergono.
Sottolineo spesso che la terapia di coppia non è un test che verifica il sentimento che un partner prova per l’altro, ma un mezzo attraverso cui i partner cercano di cogliere il loro specifico modo di stare insieme all’altro che è unico e diverso da quello di tutte le altre coppie. Lo scopo dell’aiuto è fare in modo che ognuno possa riconoscere la propria parte nel generare quell’equilibrio disfunzionale in cui ogni partner è rimasto incastrato. Si cerca cosi di costruire un nuovo equilibrio che consenta ad entrambi i membri della coppia di poter evolvere e crescere come persone .
Si sente che l’equilibrio di coppia che nel passato aveva retto sta vacillando e rischia di crollare ferendo “mortalmente” tutti.
Spesso questa considerazione viene formulata come una lamentela , un rimprovero nei confronti dell’altro che si giudica “immaturo, infantile , egoista”oppure non “ come mi aspetto e vorrei che sia”.
L’altro non capisce, non cambia: volano accuse reciproche , a volte saltano fuori rancori latenti, sentimenti repressi.
Nella maggior parte delle situazioni il cambiamento è desiderato , ma anche temuto dai partner, perchè ciò significherebbe modificare abitudini apprese e mantenute nel tempo e riconoscere “ciò che c’è di mio” in questa crisi , la propria parte nel determinare questa crisi e quindi mettersi in discussione per vedere che in fondo il problema non è l’altro , ma quello che si sta vivendo insieme.
Ciò che succederà non è dato a sapere all’inizio : alcune coppie scelgono di andare avanti insieme, altre scelgono di separarsi, scelgono, per l’appunto, cioè sono consapevoli di quando sta accadendo e non sentono più di subire una situazione dolorosa a cui non c’è rimedio e via di uscita , ma la soluzione appare possibile , condivisa , meno conflittuale, meno ingestibile di prima.