Cosi titola ” Le Monde” oggi per ricordare la scomparsa, a 100 anni, di una tra le più influenti figure intellettuali del secolo scorso: Claudè Levi-Strauss. La sua opera ha dato dignità e profondità alle “Scienze dell’uomo”, in cui rientrano fondamentalmente la Psicologia e la Psicoanalisi. Il suo pensiero ha sancito definitivamente la crisi della presunta superiorità della società e cultura occidentale sulle altre e rappresenta un antidoto contro ogni razzismo e pregiudizio.
Nei suoi libri e nelle sue parole emerge la tensione umana a dare ordine e significato al caos del mondo e al bisogno vitale di porsi domande e trovare risposte.
Levi Strauss ha sempre messo in guardia la psicoanalisi dal rischio di essere una cura che mira all’adattamento e alla normalizzazione degli individui ala loro società e sottolineato i limiti di conoscenza delle scienze umane, debitrici per la complessità del loro oggetto di studio più dal discorso letterario, poetico e dal pensiero mitologico che dalle scienze esatte o “dure”. Nondimeno ha costantemente mantenuto fede alla necessità di un pensiero libero e vigile che interrogasse e osservasse da vicino gli individui, anche quelli più remoti e lontani dalla propria cultura di appartenenza, e testimoniasse in maniera eguale le differenze e il loro comune destino.