La separazione dal partner è vissuta come qualcosa di equivalente al morire, e come il morire, è innimaginabile. Quando accade si sente di crollare , di stare sprofondando e il mondo perde di significato.
Quella sensazione di morte è l’amore finito della persona che abbiamo lasciato, l’amore ormai spento.
Fare finta di niente e gettarsi di avventura in avventura o all’opposto chiudersi a riccio in se stessi possono sembrare delle buone mosse , ma, alla lunga queste strategie di difesa per evitare il dolore chiedono il conto .
Il prezzo in termini psichici può essere vario e può comportare maggiore sofferenza : disturbi psicosomatici , rapidi cambiamenti di umore, scoppi di rabbia incontrollata, sentimenti di inutilità. L’alternativa che la cura psicoanalitica propone è quella di lasciare che il cuore si espanda e la sofferenza (almeno per un breve periodo) si dilati per essere trasformati e imparare gradualmente che si è capaci ancora di aver fiducia negli altri di innamorarsi, amare, di fare altre esperienze e stabilire nuove relazioni affettive .
Questo passaggio può durare del tempo e implica attraversare campi psichici abbandonati e stagnanti , il tempo necessario per scoprire fonti di energia mentale ed emotiva nascoste e non utilizzate, ma “potenzialmente” presenti in noi da sempre.
La separazione dall’amante è vissuta in modi diversi secondo l’età , quando si è adolescenti i due partner sono impegnati soprattutto a scoprire il proprio corpo e quello dell’altro e a esplorare le dinamiche sessuali, quindi la separazione viene vissuta in particolare come una mancanza quasi fisica , come la perdita di un corpo con cui si è stati uniti e si sono provate esperienze di fusionalità e di esclusività .
Quando la separazione avviene nella prima parte dell’età adulta , tra i 20 e i 30 anni la differenza è rilevante , in questo caso entra in gioco la consapevolezza di mettere in discussione un modo di stare insieme all’altro, ma anche il fare i conti con i propri ideali di coppia e la rinuncia sia all’amore ipersentimentalizzato che a forme di rapporto che sono l’espressione diretta o reattiva alla propria famiglia di origine.
In entrambi i casi il dolore richiama delle ferite narcisistiche profonde che hanno bisogno di essere comprese ed esplorate fino in fondo per dare di nuovo senso alla propria vita affettiva.